Un anno di avventure, addii e nuovi inizi
Ciao e a dopo, gente…
Parla Ebru. Ho iniziato a scrivere questi blogpost 9 mesi fa, e ora li chiudo con questo ultimo. Sono pronta a uscire dal guscio e aprire gli occhi su un mondo diverso.
Vedo la nostra casa e il mondo del volontariato come un guscio che prendiamo in prestito e che lasciamo andare quando arriva il momento. Ora è il mio turno di lasciarlo ai prossimi “granchi”. Un’avventura finisce, un’altra comincia.
I momenti più belli di quest’anno sono stati lo Speaking Club del lunedì, essere una principessa giordana a Cairo Medievale, lavare i piatti in un castello, fare i ravioli con i vicini, avere pipistrelli che volano in faccia, chiacchiere notturne con le ragazze attorno alla stufa a pellet, le feste nella Cozy Area, innumerevoli aperitivi in Filanda e pizze a Drago, ballare ovunque e viaggiare dovunque.
Qui ho imparato ad adattarmi alle stagioni e ai colori — letteralmente e metaforicamente. A Monesiglio, dove fare il bucato dipende dal sole, diventi subito un lettore del tempo. Ma ho anche imparato a fluire con il ritmo della vita rurale e dell’ambiente multiculturale in cui le persone vanno e vengono.
Grazie al popolo di Monesiglio per avermi accolto a braccia aperte. Grazie Karla e Natália per essere state le mie compagne. E grazie all’European Solidarity Corps per avermi dato questo spazio di esplorazione, abbattendo confini e mostrando che il mio mondo può essere più grande.
Tenendo a mente le parole di Natália, dirò che questo non è un addio, ma un arrivederci.
-Ebru